
“Non credere mai di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stata che sarebbe sembrato loro essere altro.”
– Lewis Caroll
L’autostima consiste nell’atteggiamento che la persona ha verso se stesso, frutto di una valutazione tra l’immagine che ha di sé e l’immagine di ciò che vorrebbe essere (A. W. Pope, 1992).
Maggiore è la distanza tra quello che pensiamo di essere e quello che vorremmo essere, maggiore sarà l’insoddisfazione e il disagio che sperimentiamo. Una scarsa fiducia nelle proprie capacità porterà a evitare situazioni in cui queste sono richieste, per il timore di sbagliare o di fare brutta figura; un’autostima elevata indurrà invece a sperimentare situazioni anche al di sopra delle reali capacità della persona, con il rischio di una possibile diminuzione della stima personale .
Il modo in cui penso a me stesso prende origine non solo dallo sguardo di chi mi circonda, ma anche dal modo con cui io interpreto questo sguardo in una determinata situazione o momento di vita.
L’autostima funziona dunque come uno specchio in cui la persona guarda se stessa e le proprie risorse personali, che verranno poi viste come più grandi o più piccole.
A tutti capita di sottovalutare le proprie potenzialità, non aver fiducia nelle proprie abilità. Quando queste sensazioni sono costanti e ripetute nel tempo, la persona comincia a non sentirsi all’altezza della propria stessa esistenza. Esistono anche coloro che sovrastimano le proprie capacità, tendono ad avere aspettative non realizzabili e prendono decisioni azzardate. Il rischio è di trovarsi di fronte al fallimento non riconoscendo queste caratteristiche e dunque attribuire colpe a circostanze esterne. In questo caso la stima personale subirà una caduta e ci saranno sensazioni di impotenza e demoralizzazione.
Sconforto e confusione derivanti da aspettative che non si realizzano, timore di sbagliare sempre e in ogni occasione, portano a galla molti dubbi e domande (“chi sono io? Cosa voglio veramente? E’ tutta colpa mia? Forse ho sbagliato tutto).

Quindi cosa fare?
Non esistono ricette per aiutare una persona a credere in se stessa. In terapia è possibile lavorare sulla propria autostima, sulla propria auto efficacia e auto realizzazione individuando i pensieri disfunzionali che mantengono il problema, sperimentando percezioni di sé alternative e ristrutturando l’idea che abbiamo di noi e degli altri. Accettare le proprie fragilità, porsi degli obiettivi realistici e raggiungibili e concedersi il fallimento, sono solo alcune delle cose su cui si può lavorare in un percorso terapeutico.